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I bambini e il cibo: perché a volte non mangiano?

 

Una delle domande più frequenti da parte di genitori disperati riguarda il fatto che il proprio figlio non voglia mangiare. Capita spesso, infatti, che l'alimentazione dei bambini tenda a essere monotona e svogliata: vogliono sempre e solo due o tre cibi, e il momento della cena o del pranzo si trasforma inevitabilmente in un incubo. Molto spesso i genitori cedono, e alla fine provano a dare dei biscotti nella speranza che almeno quelli servano a sostenere il fabbisogno giornaliero del piccolo. Occorre precisare che alle volte i genitori non hanno un'idea precisa e veritiera di quello che serva al figlio per essere sazio. Si tende infatti a sovrastimare il fabbisogno di cibo dei bambini, che è più contenuto di quello che si pensa e soprattutto è individuale.

Se infatti il bambino, pur rifiutando la maggior parte dei pasti, cresce sano e allegro, si muove tanto e gioca normalmente, significa che nonostante sembri che non mangi, in realtà il suo fabbisogno nutrizionale giornaliero è ampiamente soddisfatto dai pochi pasti che fa. Viceversa, il problema sorge quando il bambino diventa completamente inappetente.

Ciò può succedere ed è normale solo per brevi periodi, per esempio quando è malato. Se l'inappetenza permane, è il caso invece di prestare grande attenzione non solo alle condizioni di salute del piccolo, interrogando il proprio pediatra e sottoponendo il bambino a eventuali esami che egli riterrà utili, ma anche alle condizioni ambientali in cui vive. In primis al contesto familiare. Come per gli adulti, infatti, molti disturbi alimentari sono strettamente correlati alla sfera psicologica.


 
 
 
 

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