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Ciuccio sì o ciuccio no? Ecco la guida della logopedista!

 

Uno dei temi che più dividono le mamme è quello relativo all'utilizzo del ciuccio nei bambini. Secondo alcune si tratta di un aspetto completamente negativo, da evitare in ogni fase della prima infanzia, secondo altre, invece, il ciuccio è uno strumento di salvezza per calmare il bambino e riprendere respiro nei momenti di pianto irrefrenabile. Come diceva il poeta latino Orazio: "est modus in rebus", ossia c'è una misura in tutte le cose ed anche per il tema ciuccio è bene evitare ogni tipo di estremismo, come suggerisce la logopedista.

Prima di tutto, il ciuccio non è qualcosa da evitare a tutti i costi. Esistono, infatti, degli aspetti positivi connessi al suo utilizzo; questa forma di suzione del bambino può facilitare il rilassamento e, quindi, aiutarlo ad addormentarsi senza la vicinanza del genitore, acquisendo presto l'abitudine a dormire nel suo lettino. Inoltre, il ciuccio viene talvolta inteso come una consolazione (nel senso positivo della parola), per cui consente al bambino di gestire in autonomia e senza paura i momenti di tensione e sconforto.

D'altra parte, è bene evitare di trasformare il ciuccio in un vizio; l'utilizzo troppo precoce (prima di un mese) o troppo prolungato (oltre i 24 mesi) comporta problematiche non indifferenti; ad esempio si possono generare delle malformazioni della zona interna della bocca, come le malocclusioni, conseguenti all'applicazione di forze muscolari non fisiologiche, si potrebbero verificare problemi nella deglutizione e difficoltà di linguaggio nel caso in cui si sviluppino rapporti alterati tra gli organi di articolazione della bocca.


 
 
 
 

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