Spesso, nei
reparti neonatali, si sente parlare di
ipoglicemia del neonato. Si tratta, infatti, di una condizione che si manifesta con una certa frequenza nei piccoli appena venuti al mondo.
Una rapida diagnosi del problema scongiura, comunque, qualsiasi tipo di complicazione. Ma per quale ragione un bambino così piccolo può soffrire di un calo di zuccheri? Appena nato il bambino deve imparare a
nutrirsi autonomamente e, da un punto di vista fisiologico, necessita di un
elevato fabbisogno energetico. Molti neonati hanno difficoltà ad attaccarsi al seno materno oppure, in qualche caso,
la montata lattea si fa attendere un po' più del previsto o possono manifestarsi una serie di fattori che impediscono
l'allattamento. Il risultato di tutto questo è l'ipoglicemia neonatale che può essere transitoria o persistente. Nel primo caso è imputabile a una richiesta di energia dovuta al digiuno e
il problema è facilmente rimediabile in due o tre giorni grazie a delle flebo di glucosio. Una volta che la glicemia avrà raggiunto un livello stabile i piccoli, in assenza di latte materno, verranno nutriti con quello artificiale. Nel secondo caso, invece, l'ipoglicemia dipende da malattie del metabolismo o da patologie endocrine. Il trattamento di questa forma è ovviamente legato alla causa da cui trae origine. Solitamente, al contrario della
ipoglicemia transitoria che è asintomatica, il neonato, a causa della sofferenza cerebrale dovuta alla mancanza di zuccheri, manifesta disagio, piange convulsamente, è irritabile e può manifestare spasmi muscolari e vomito. Deve quindi essere riconosciuta tempestivamente e trattata con le cure più adeguate al singolo caso.