Mandare il proprio bimbo a un
asilo nido può essere una
necessità. Sono tante le mamme i papà che lavorano e che non hanno, purtroppo, troppo tempo libero da dedicare al proprio bambino. Ma, d'altro canto, il nido può essere
un'esperienza positiva per il bimbo, che vi
affina le proprie esperienze, amorevolmente assistito da persone competenti ed istruite, esperte educatrici con esperienza nel campo dell'alimentazione e del gioco.
La fase conoscitiva del bambino, così, si amplia e il gioco con i compagni diventa strumento di socializzazione e di aumento dell'esperienza cognitiva, sia dell'ambiente che delle persone. Se da un lato, quindi, mandare il proprio bimbo al nido puo' essere fonte di dispiacere per la mamma, il forzato distacco può rapidamente trasformarsi in un'esperienza positiva per il bambino, che dal nuovo ambiente trae nuovi stimoli ed esperienze preziose di cui potrà far tesoro nella fase della crescita. Il nido, a volte, è una necessità, dunque, ma anche un'opportunità, un vantaggio esperienziale e cognitivo che aiutera' il bambino a maturare consapevolmente anche in assenza della mamma e del papa', la cui presenza, però, e' fondamentale al suo fianco negli altri momenti della giornata.
E' dall'ambiente familiare, infatti, che il bambino parte per costruire il proprio mondo personale nella delicata fase della crescita, in un cammino esperenziale che lo porta lentamente e gioiosamente a diventare un adulto responsabile e sereno. Da bimbo a futuro adulto e genitore: il passaggio sarà lento e progressivo e su di esso si basa la nostra civiltà organizzata. Non occorre crucciarsi, dunque, se, portando il proprio bimbo al nido, lo si vede piangere e disperarsi.
Se la necessità impone questa scelta e' indubbio che la stessa possa diventare un sicuro vantaggio conoscitivo ed esperienziale nello splendido cammino della vita.