Il bambino va educato all’uso corretto del denaro, al risparmio ed anche alla solidarietà, affidandogli piccole somme da gestire in autonomia e dialogando serenamente con lui riguardo all’economia domestica di fronte a tutta la famiglia. I bambini italiani ricevono la paghetta più alta in Europa: mentre nel Regno Unito i minorenni riscuotono dai genitori in media 7 euro al mese, nel nostro Paese la cifra si aggira sui 40 euro, dunque cerchiamo di non esagerare trasformandoci in un bancomat vivente. Verso i 7 anni di età il bambino può cominciare ad avere un modico gruzzoletto da amministrare per soddisfare piccoli desideri, magari elargito soltanto se riesce a tenere in ordine la sua cameretta, ma che sia svincolato dai risultati scolastici, i quali non vanno premiati in denaro. La paghetta deve essere esigua, non paragonata a quella degli amichetti ma calcolata a seconda delle possibilità economiche della famiglia, delle quali è giusto che il bambino sia a conoscenza. Possedere una piccola somma di denaro è educativo dal punto di vista sociale e psicologico perché responsabilizza il bambino, soprattutto se quando la spende subito non interveniamo integrandola. Verso i 13 anni possiamo elevare la cifra, ma vigilando che non sia utilizzata per l’acquisto di sigarette e alcool, nel qual caso va nuovamente ridotta dopo pazienti spiegazioni.