Il parto, l’esperienza del dono della vita. Quando arriva il momento tanto atteso, in qualsiasi modo avvenga la nascita, nel modo più moderno in acqua, oppure in quello più tradizionale a casa, potete stare certe che è sempre un’avventura meravigliosa. Ma quale tipo di parto scegliere? Come orientarsi tra i vari tipi, quello attivo, operativo, cesareo, podalico, pilotato, in acqua, in casa o in ospedale. Se il vostro bimbo ha deciso che è stanco di vivere in così poco spazio, la pancia gli sta stretta e vuole conoscere il mondo esterno, vuol dire che nel giro di qualche giorno o addirittura di qualche ora, dovrete affrontare il vostro parto. Siete pronte? Sia che sia il vostro primo o secondo parto la paura è sempre la stessa. Armatevi di grinta e coraggio e soprattutto di tanta preparazione fisica e psicologica. Al giorno d’oggi le cose sono molto cambiate, e per fortuna le donne possono scegliere in anticipo come vogliono affrontare il loro desiderio di diventare mamma. Si parla tanto di parto attivo, cioè di un parto naturale dove è la donna stessa a scegliere qual è la sua posizione preferita per la nascita e si concentra sul suo istinto naturale e sulla sua forza emotiva. E’ un parto in cui prevale l’interiorità della mamma, e i medici e gli ostetrici fanno da contorno ad una situazione spontanea e naturale. Si può scegliere di partorire in una clinica attrezzata per il parto in acqua, in questo caso il travaglio verrà fatto in una sala attrezzata con una vasca da bagno con acqua calda, che agevolerà l’uscita del feto dall’utero e creerà un ambiente ideale per il futuro nascituro. Molti sostengono che i bambini nati in questo modo non subiscano subito lo shock dell’ambiente esterno. Si può anche scegliere di partorire in casa, sempre che il ginecologo sia d’accordo e non ci siano problemi di salute. Naturalmente dovrete essere assistiti da ostetriche e persone qualificate. In Italia c’è l’Associazione Nazionale Ostetriche Parto a Domicilio a cui potete rivolgervi per avere maggiori informazioni. Quando il parto non avviene in maniera naturale e spontanea allora si parla di parto distoico, operativo; per cui è necessario l’intervento del ginecologo che a seconda dei casi userà la ventosa, la forcipe, oppure opterà per un intervento chirurgico. Il cesareo è un parto che non viene scelto volontariamente dalla donna, perché consiste in una vera e propria operazione. I ginecologi ricorrono ad esso nel caso di problemi al bimbo o alla mamma. Se il bimbo è podalico, cioè non è con la testa in posizione al momento della nascita, ma si presenta con i piedi o con le natiche; oppure nel caso di gravidanze difficili, a rischio, pressione alta, diabete, gestosi, ecc.. Se trascorso il termine delle 40 settimane il bimbo non nasce, si passa alla fase della stimolazione del parto, chiamato "parto indotto", per far in modo che il bimbo nasca naturalmente. La stimolazione avviene attraverso farmaci, quali gel, ossitocina e altre sostanze che servono a far dilatare l’utero e provocare le contrazioni uterine. Se poi entro la 42 settimana il parto non avviene spontaneamente, allora si procederà con un cesareo per evitare che il feto possa andare in sofferenza fetale. L’epidurale è l’anestesia che si usa per il parto cesareo, consiste in una iniezione nella colonna vertebrale zona lombare per permettere ai dottori in sala operatoria di effettuare l’operazione nonostante la paziente sia sveglia e cosciente. La donna potrà seguire tutta l’operazione e vedere subito la nascita del bambino. Se non si vuole soffrire si può ricorrere all’epidurale anche per il parto naturale, ma bisogna concordarla con un’anestetista che dovrà assistere l’intero travaglio, per intervenire nel momento della giusta dilatazione. Se il vostro parto si avvicina scegliete bene quale direzione seguire, leggete tanto e informatevi su tutto quello che dovrete affrontare. Solo in questo modo riuscirete a calmare lo stress e arrivare al giorno più bello della vostra vita preparate e serene.