Dalla
24° settimana di gravidanza in poi , anche se esistono segnalazioni di casi più precoci, la futura mamma può essere colpita dalla
gestosi, una patologia che può avere sintomi diversi e differenti livelli di gravità. La dieta sembra non avere alcuna responsabilità sull'insorgenza di questa malattia che, invece, trova una fertile base di sviluppo in presenza di una
primipara attempata, di una donna affetta da diabete, ipertensione, malattie renali, autoimmuni, coagulative ed ematologiche. Suonano come campanello d'allarme per la gestosi anche le gravidanze gemellari e l'obesità. A seguito di queste possibili condizioni può dunque insorgere la gestosi che si presenta come un'
alterazione placentare. Provocando un danno alla placenta la porta a liberare sostanze tossiche, per esempio la profibrina. Ecco allora che iniziano a manifestarsi i primi sintomi della malattia e la donna lamenta un
gonfiore diffuso causato da una ritenzione idrica e salina eccessiva e un considerevole
aumento di peso. Il ginecologo deve essere informato immediatamente per evitare che un progredire della gestosi abbia come esito un distacco placentare, la proteinuria e alterazioni epatiche di una certa gravità. Il
parto prematuro e la morte endo-uterina sono invece le gravi conseguenze che questa patologia arreca al feto. La manifestazione più temibile e fortunatamente molto rara della gestosi è la pre-eclampsia che si manifesta con violente contrazioni simili a quelle riscontrabili negli attacchi epilettici. Per scongiurare questi rischi sono sufficienti
alcuni esami delle urine e del sangue, il costante controllo pressorio, la velocimetria doppler e l'ecografia che consente una valutazione del flusso del sangue nei vasi.