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Gravidanza sui tacchi, si o no?

 
Future mamme giovani, spesso in attesa del loro primo bambino e piene di vita faticano un po' ad accettare di dover fare qualche rinuncia durante i nove mesi di attesa. Niente fumo, niente alcool, niente grassi, niente sforzi e, soprattutto, niente tacchi alti. La privazione del tacco 12 forse, fra le tante, è quella che pesa di più, ma bisogna consolarsi pensando che non sarà per sempre e che la ciabattina da educanda, in un futuro non lontano, potrà ancora lasciare il posto a scarpe dall'altezza vertiginosa. Non tutti, a onor del vero, concordano rispetto ai rischi che potrebbero arrecare i tacchi alti durante il periodo della gravidanza ma, a dispetto di questa scuola più possibilista, i medici e i ginecologi consigliano sempre di evitarli. Meglio dargli credito ed evitare così dolorosi mal di schiena e gambe e piedi gonfi o dolenti. Lo spostamento del baricentro del corpo causato dal pancione, unito allo squilibrio provocato dal tacco a spillo, accentua nella donna la stanchezza, la pesantezza degli arti, le contratture muscolari e l'infiammazione dei nervi. Questo disagio materno, tra l'altro, può essere dannoso anche per il bambino. C'è poi da mettere in conto anche il rischio cadute dovute all'equilibrio instabile. Il consiglio, quindi, a fronte di tutte queste motivazioni, è quello di passare i nove mesi di gravidanza con i piedi ben piantati a terra, riponendo nella scarpiera il tacco 12 in attesa di tempi più favorevoli. Chi proprio non se la sente di rinunciare del tutto a qualche centimetro di altezza in più, può indossare zeppe o scarpe con tacchi quadrati.
 
 
 
 

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