Il
servizio sanitario nazionale del nostro paese assicura a tutte le donne in gravidanza un’
assistenza continua totalmente gratuita per i nove mesi di gestazione. A volte può capitare però che un ginecologo consigli alla futura mamma di
eseguire esami specifici che non sono inclusi nel protocollo standard. In tal caso sarà necessario mettere mano al portafoglio e pagare il loro costo per intero. Attraverso il
consultorio del distretto di appartenenza la futura mamma avrà un ginecologo sempre a disposizione ed un’ostetrica che potrà chiarire qualsiasi dubbio. Il ginecologo visiterà la mamma circa ogni mese e mezzo della gestazione e seguirà passo passo tutte le
fasi della gravidanza. Il protocollo redatto dal
ministero della salute prevede vengano eseguite tre ecografie ostetriche mentre se si preferisce farle in privato hanno costi che si aggirano attorno ai 150 euro. Un altro esame consigliato da effettuare è il
bitest. Serve per verificare se il bambino presenta o meno alcune alterazioni genetiche importanti fra le quali la più nota è la trisomia 21. L’
amniocentesi invece è un esame invasivo ed è gratuito solamente per le donne che hanno superato la soglia dei 35 anni oppure nel caso in cui ci siano fattori di rischio genetico elevato. Durante tutta la gravidanza vengono fatti alla donna molti
esami del sangue e delle urine gratuiti. Se il ginecologo ritiene sia il caso farne altri, l’assistita dovrà sostenere il costo del ticket. Partorire in una clinica convenzionata col sistema sanitario del servizio nazionale è completamente gratuito ma si desidera sottoporsi ad una
terapia analgesica è necessario affrontare una spesa più o meno elevata a seconda dell’ospedale interessato. In alcune cliniche l’analgesia viene somministrata gratuitamente mentre in altri centri l’epidurale viene fatta pagare per intero o solo in parte.