L'acqua è di per sé considerata fonte di vita e allora perché non utilizzarla proprio per facilitare la venuta al mondo dei
bambini? Il
parto in acqua, che ha visto i suoi esordi nei lontani anni '70, è ideale per rilassare la neomamma e il suo piccolo. Vediamo dunque come si svolge.
Già a partire dal momento del travaglio, quando cioè hanno inizio le prime contrazioni, la donna può iniziare a immergersi in acqua. Specialmente quando le
contrazioni si faranno più ravvicinate e più intense il sentirsi cullare e accarezzare tende a infondere benessere e
relax. In particolar modo, dato che l'acqua elimina la gravità, la
futura mamma riesce a recuperare più facilmente le energie e
diventa più facile e naturale respirare profondamente e con lentezza. L'effetto è ancora più completo se la stanza ha un'illuminazione soffusa e viene trasmessa una distensiva musica classica. Dal momento che il contatto con l'acqua ha come naturale conseguenza un
rilascio di endorfine, anche le contrazioni sembrano farsi meno dolorose e l'intera superficie corporea a contatto con l'acqua risente di una sensazione di benessere profondo. Nel momento in cui, invece, subentra la
fase espulsiva e ha inizio il parto vero e proprio,
la donna può scegliere se rimanere o no in acqua, a seconda di quello che il suo istinto le consiglia di fare.Alcune partorienti, infatti, rimanendo in acqua hanno l'impressione di un blocco del
riflesso di espulsione. Chi, al contrario, decide di rimanere immersa, partorirà in acqua e il
cordone ombelicale continuerà a permettere al
neonato di respirare. Accompagnato dalle mani della mamma e adagiato sul suo petto, il piccolo raggiunge la superficie. mamma e bambino rimangono immersi completamente, ad eccezione delle testa, fino a quando, con calma, verrà reciso il cordone ombelicale.