La nascita di un bambino è un evento molto importante che causa forti sconvolgimenti nella normale organizzazione familiare soprattutto nei primi mesi di vita. Nonostante l'Italia non sia la capofila dei paesi industrializzati in merito ad iniziative istituzionali volte ad aiutare chi ha figli, a livello normativo prevede diverse agevolazioni e supporti alla maternità. Rispetto a qualche decennio fa, oggi la maggioranza delle donne ha un impiego che le tiene lontane dall'ambiente domestico e fa sì che le mansioni di casa vengano sempre di più condivise all'interno della coppia. A dimostrazione di questo forte cambiamento della gestione della famiglia ci sono numerose novità a livello normativo, come la recente Legge n. 92 del 28 giugno 2012 che impone a chi è diventato papà dopo il primo gennaio del 2013 una giornata obbligatoria e due facoltative di astensione retribuita dal lavoro, da fruire entro i primi cinque mesi di vita del neonato allo scopo di dedicargli tempo e attenzioni. Oltre al periodo di congedo parentale che spetta di diritto ad un lavoratore dipendente dopo l'obbligatorio periodo di maternità, la legge italiana prevede nuove forme di servizi a tutela delle famiglie. Ad esempio, tale congedo può essere sostituito in modo parziale o totale da voucher del valore massimo di 300 euro mensili spendibili in servizi di baby sitter o direttamente in strutture per l'infanzia (pubbliche o private convenzionate). Esistono limiti temporali per questo beneficio (tempo massimo di sei mesi, non oltre gli undici mesi a partire dal termine della maternità) oltre ad una graduatoria che tiene conto del reddito ISEE dei richiedenti. L'orientamento italiano è quello di garantire un aiuto sempre più consistente ad un numero via via crescente di famiglie dove i genitori si devono dividere tra casa e lavoro. Il sostegno alla maternità oltre ad essere decisamente rilevante a livello materiale, sottolinea l'uguaglianza dei diritti tra uomo e donna nell'ambiente lavorativo.
