Il
liquido amniotico protegge il bambino nei nove mesi della gestazione. Esso si trova in una specie di sacca semitrasparente insieme al bambino, che si romperà poco prima del parto permettendo la sua fuoriuscita. È il bambino stesso che provoca la
rottura della sacca contenente le acque, spingendo verso il collo dell'utero a causa delle
contrazioni. Questo avviene in genere quando ormai il parto è prossimo, ovvero alla
fine della gravidanza. Cosa bisogna fare al momento in cui avviene la
rottura delle acque? Innanzitutto bisogna assicurarsi che si tratti realmente della
perdita del liquido amniotico. Per distinguere questo evento da perdite di altro genere (perdita di urina o perdita vaginale abbondante) bisogna tener conto per prima cosa della portata della perdita. È utile mettere un'assorbente igienico e verificare ogni quanto è necessario cambiarlo. Se l'assorbente si riempie troppo velocemente, si tratta della perdita del liquido amniotico, che avendo un odore molto diverso sia dall'urina che dalle perdite vaginali è semplice da riconoscere. Se la rottura delle acque avviene nel momento giusto (alla
fine della gravidanza) non sempre è necessario correre in ospedale. Prima di stabilire l'urgenza bisogna considerare alcuni fattori. Uno di questi è la quantità di liquido persa. Più la perdita è intensa più è urgente recarsi in ospedale. Poi bisogna considerare il colore del liquido. Se il liquido si presenta incolore e limpido, si può procedere con calma e attendere anche un paio di ore. Se invece il liquido è rossastro o verdastro bisogna recarsi in ospedale il più velocemente possibile.